ragazzi mi date una mano a rispondere a questa domanda di storia? La prof ci sta facendo esercitare per la maturità,ma io sono confusa?
la domanda è la seguente:Perchè allo scoppio della prima guerra mondiale l'Italia preferì inizialmente restare neutrale?E perchè successivamente la sua posizione cambiò?
Perché la tradizione sabauda era quella di finire sempre le guerre cambiando fronte ed alleanze (infidi e voltagabbana per natura), e quella volta decisero di migliorare il loro comportamento aspettando per un anno per vedere da che parte conveniva stare
La Triplice Alleanza, stipulata per la prima volta nel 1882 fra Regno d'Italia, Impero tedesco e Impero austro-ungarico e periodicamente rinnovata, era un patto con scopi essenzialmente difensivi: ciascuno dei contraenti si impegnava a difendere gli altri due in caso di aggressione operata da un Paese terzo. Ora, siccome la Prima Guerra Mondiale scoppiò a causa dell'ultimatum austro-ungarico alla Serbia e - dopo il rifiuto di questa di ottemperare a tutte le condizioni poste - della dichiarazione di guerra da parte dell'Impero di Austria-Ungheria alla Serbia, l'Italia poté legittimamente proclamare la propria neutralità nel conflitto incipiente. Di più: siccome l'art. 7 della Triplice Alleanza prevedeva compensi territoriali all'Italia in caso di espansione della Duplice Monarchia nei Balcani, il Regno d'Italia avviò trattative diplomatiche per ottenere - in cambio dell'entrata in guerra a fianco degli Imperi Centrali - il Trentino e il confine dell'Isonzo, oltre allo status di Città Libera per Trieste. L'Austria-Ungheria si decise ad accettare tali condizioni molto moderate soltanto dopo che l'Italia aveva ormai siglato il Patto di Londra nell'aprile 1915: Patto che ci impegnava a scendere in guerra entro un mese contro gli Imperi Centrali in cambio dell'annessione, in caso di vittoria, del Trentino-Alto Adige, della Venezia Giulia, dell'Istria fino alla linea di displuvio alpino, di parte della Dalmazia e del protettorato sull'Albania, oltre al riconoscimento internazionale del dominio italiano su Tripolitania, Cirenaica, Rodi e il Dodecaneso e al protettorato italiano sull'Albania. Inoltre si faceva cenno a eventuali compensi coloniali in caso di spartizione dell'Impero tedesco in Africa. Inoltre l'Italia aveva fatto inserire negli articoli della Triplice Alleanza una clausola vincolante che prevedeva la neutralità italiana in caso di guerra contro la Gran Bretagna e che divenne operativa nei primi giorni di guerra.
L'Italia scelse la classica, proverbiale e storica posizione "attendista". Quindi, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il nostro Paese aspettò il suo "bravo" tempo prima di scendere dichiaratamente in campo. Alla fin-fine, anche e soprattutto in ragione delle serie minacce provenienti sui confini Nord-Orientali, la partecipazione nostrana optò per lo schieramento che effettivamente risultò vincitore. Lo stesso sistema fu adottato, poi, nel caso della Seconda Guerra Mondiale. Malauguratamente, quel pallone gonfiato di Benito Mussolini, dopo aver a sua volta temporeggiato a lungo, decise di schierarsi dalla parte di Hitler e del Nazismo. Questa volta, tale opzione fu fatale. La Storia ci insegna come finirono vergognosamente i fatti.
La Triplice Alleanza, stipulata per la prima volta nel 1882 fra Regno d'Italia, Impero tedesco e Impero austro-ungarico e periodicamente rinnovata, era un patto con scopi essenzialmente difensivi: ciascuno dei contraenti si impegnava a difendere gli altri due in caso di aggressione operata da un Paese terzo. Ora, siccome la Prima Guerra Mondiale scoppiò a causa dell'ultimatum austro-ungarico alla Serbia e - dopo il rifiuto di questa di ottemperare a tutte le condizioni poste - della dichiarazione di guerra da parte dell'Impero di Austria-Ungheria alla Serbia, l'Italia poté legittimamente proclamare la propria neutralità nel conflitto incipiente. Di più: siccome l'art. 7 della Triplice Alleanza prevedeva compensi territoriali all'Italia in caso di espansione della Duplice Monarchia nei Balcani, il Regno d'Italia avviò trattative diplomatiche per ottenere - in cambio dell'entrata in guerra a fianco degli Imperi Centrali - il Trentino e il confine dell'Isonzo, oltre allo status di Città Libera per Trieste. L'Austria-Ungheria si decise ad accettare tali condizioni molto moderate soltanto dopo che l'Italia aveva ormai siglato il Patto di Londra nell'aprile 1915: Patto che ci impegnava a scendere in guerra entro un mese contro gli Imperi Centrali in cambio dell'annessione, in caso di vittoria, del Trentino-Alto Adige, della Venezia Giulia, dell'Istria fino alla linea di displuvio alpino, di parte della Dalmazia e del protettorato sull'Albania, oltre al riconoscimento internazionale del dominio italiano su Tripolitania, Cirenaica, Rodi e il Dodecaneso e al protettorato italiano sull'Albania. Inoltre si faceva cenno a eventuali compensi coloniali in caso di spartizione dell'Impero tedesco in Africa. Inoltre l'Italia aveva fatto inserire negli articoli della Triplice Alleanza una clausola vincolante che prevedeva la neutralità italiana in caso di guerra contro la Gran Bretagna e che divenne operativa nei primi giorni di guerra.
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Perché la tradizione sabauda era quella di finire sempre le guerre cambiando fronte ed alleanze (infidi e voltagabbana per natura), e quella volta decisero di migliorare il loro comportamento aspettando per un anno per vedere da che parte conveniva stare
La Triplice Alleanza, stipulata per la prima volta nel 1882 fra Regno d'Italia, Impero tedesco e Impero austro-ungarico e periodicamente rinnovata, era un patto con scopi essenzialmente difensivi: ciascuno dei contraenti si impegnava a difendere gli altri due in caso di aggressione operata da un Paese terzo. Ora, siccome la Prima Guerra Mondiale scoppiò a causa dell'ultimatum austro-ungarico alla Serbia e - dopo il rifiuto di questa di ottemperare a tutte le condizioni poste - della dichiarazione di guerra da parte dell'Impero di Austria-Ungheria alla Serbia, l'Italia poté legittimamente proclamare la propria neutralità nel conflitto incipiente. Di più: siccome l'art. 7 della Triplice Alleanza prevedeva compensi territoriali all'Italia in caso di espansione della Duplice Monarchia nei Balcani, il Regno d'Italia avviò trattative diplomatiche per ottenere - in cambio dell'entrata in guerra a fianco degli Imperi Centrali - il Trentino e il confine dell'Isonzo, oltre allo status di Città Libera per Trieste. L'Austria-Ungheria si decise ad accettare tali condizioni molto moderate soltanto dopo che l'Italia aveva ormai siglato il Patto di Londra nell'aprile 1915: Patto che ci impegnava a scendere in guerra entro un mese contro gli Imperi Centrali in cambio dell'annessione, in caso di vittoria, del Trentino-Alto Adige, della Venezia Giulia, dell'Istria fino alla linea di displuvio alpino, di parte della Dalmazia e del protettorato sull'Albania, oltre al riconoscimento internazionale del dominio italiano su Tripolitania, Cirenaica, Rodi e il Dodecaneso e al protettorato italiano sull'Albania. Inoltre si faceva cenno a eventuali compensi coloniali in caso di spartizione dell'Impero tedesco in Africa. Inoltre l'Italia aveva fatto inserire negli articoli della Triplice Alleanza una clausola vincolante che prevedeva la neutralità italiana in caso di guerra contro la Gran Bretagna e che divenne operativa nei primi giorni di guerra.
GIOVANNI, ABOMINEVOLE URANISTA, SPREGEVOLE LENONE, COPIATORE COMPULSIVO DI RISPOSTE ALTRUI! VERGOGNATI PARASSITA!
Per fortuna sono sempre meno gli sprovveduti che ci cascano https://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20...
L'Italia scelse la classica, proverbiale e storica posizione "attendista". Quindi, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il nostro Paese aspettò il suo "bravo" tempo prima di scendere dichiaratamente in campo. Alla fin-fine, anche e soprattutto in ragione delle serie minacce provenienti sui confini Nord-Orientali, la partecipazione nostrana optò per lo schieramento che effettivamente risultò vincitore. Lo stesso sistema fu adottato, poi, nel caso della Seconda Guerra Mondiale. Malauguratamente, quel pallone gonfiato di Benito Mussolini, dopo aver a sua volta temporeggiato a lungo, decise di schierarsi dalla parte di Hitler e del Nazismo. Questa volta, tale opzione fu fatale. La Storia ci insegna come finirono vergognosamente i fatti.
Perchè faceva parte di una alleanza difensiva, per cui non poteva aiutare l'Austria che aveva attaccato la Serbia.
La Triplice Alleanza, stipulata per la prima volta nel 1882 fra Regno d'Italia, Impero tedesco e Impero austro-ungarico e periodicamente rinnovata, era un patto con scopi essenzialmente difensivi: ciascuno dei contraenti si impegnava a difendere gli altri due in caso di aggressione operata da un Paese terzo. Ora, siccome la Prima Guerra Mondiale scoppiò a causa dell'ultimatum austro-ungarico alla Serbia e - dopo il rifiuto di questa di ottemperare a tutte le condizioni poste - della dichiarazione di guerra da parte dell'Impero di Austria-Ungheria alla Serbia, l'Italia poté legittimamente proclamare la propria neutralità nel conflitto incipiente. Di più: siccome l'art. 7 della Triplice Alleanza prevedeva compensi territoriali all'Italia in caso di espansione della Duplice Monarchia nei Balcani, il Regno d'Italia avviò trattative diplomatiche per ottenere - in cambio dell'entrata in guerra a fianco degli Imperi Centrali - il Trentino e il confine dell'Isonzo, oltre allo status di Città Libera per Trieste. L'Austria-Ungheria si decise ad accettare tali condizioni molto moderate soltanto dopo che l'Italia aveva ormai siglato il Patto di Londra nell'aprile 1915: Patto che ci impegnava a scendere in guerra entro un mese contro gli Imperi Centrali in cambio dell'annessione, in caso di vittoria, del Trentino-Alto Adige, della Venezia Giulia, dell'Istria fino alla linea di displuvio alpino, di parte della Dalmazia e del protettorato sull'Albania, oltre al riconoscimento internazionale del dominio italiano su Tripolitania, Cirenaica, Rodi e il Dodecaneso e al protettorato italiano sull'Albania. Inoltre si faceva cenno a eventuali compensi coloniali in caso di spartizione dell'Impero tedesco in Africa. Inoltre l'Italia aveva fatto inserire negli articoli della Triplice Alleanza una clausola vincolante che prevedeva la neutralità italiana in caso di guerra contro la Gran Bretagna e che divenne operativa nei primi giorni di guerra.