La capacità di razionalizzazione dovrebbe essere lo strumento attraverso cui riconduciamo la realtà entro i suoi confini "dimostrabili" fornendoci la possibilità di trovare una soluzione razionale che sia la migliore possibile valutandone costi e benefici.
Guardandomi attorno però mi accorgo che la razionalizzazione in realtà è spesso distorta perchè piegata a ciò che vorremmo vedere. Come una sorta di ipoteca su ciò che vogliamo.
Dostoevskij nel suo romanzo "Memorie dalla casa dei morti" scrive: "L'uomo ha una tale passione per il sistema e la deduzione logica che è disposto ad alterare la verità per non vedere il vedibile, a non udire l'udibile pur di legittimare la propria logica."
Ha dunque ragione?
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E' come tu noti guardandoti attorno, ..poiché la razionalità non si espleta su una realtà oggettiva ma su una realtà che varia a seconda di chi la percepisce. La razionalizzazione è uno strumento perfetto nella freddezza della sua logica, ma essa appare distorta a chi parte da un punto di vista diverso se non addirittura opposto.
La distorzione deriva da una visione relativista o da una visione personale che dipende da come si vive la realtà; il ladro vede la realtà diversamente dal derubato come l'automobilista diversamente dal pedone. Ne consegue che un'analisi razionale della realtà per essere considerata esatta dovrebbe seguire un'analisi preventiva delle situazioni in cui quella realtà si manifesta, ma il pressapochismo regna sovrano in chi guarda le apparenze senza curarsi di cercare cosa si nasconde dietro di esse, e si finisce per vedere e udire ciò che fa comodo finendo così per ingannare la razionalità
Potremmo quindi dire che se uno o più menti riescono a distorcere la realtà propinandola agli altri diversa da quello che in realtà è, sicuramente ci sarà una buona parte che riuscirà a vederla come gli è stata propinata. Ora il "chi plasma chi" della domanda, trova un senso: chi razionalmente riesce a distorcere la realtà riesce anche a plasmare quelle menti superficiali che non hanno tempo o capacità di analizzare quella realtà propinata, e questa è prerogativa del potere mediatico.
In un certo senso Dostoevski ha espresso bene e sinteticamente il concetto, come anche tu hai correlato bene il senso della domanda al concetto.
Buonanotte
Se si danno prima i giudizi, poi si cercano ragionamenti in grado di sostenere i giudizi stessi allora la realtà viene falsata o adattata. Ci sono due tipi di ragionamenti: quelli dimostrativi, cioè scientifici, basati sui fatti dell'indagine, e quelli eristici, cioè i tipici ragionamenti sofistici rivolti a dar ragione anche a chi ha torto. Secondo me quindi è la realtà comunque che viene plasmata dal ragionamento logico,perché logico non significa reale
Beata ignoranza, orecchie da mercante, fette di prosciutto sugli occhi. L'uomo trova la sua dimensione e ci si fossilizza per comodità . A costo di vivere in una bugia tutta la vita. Io fortunatamente seguo un regime di droghe piuttosto rigido per mantenere la mente diciamo flessibile.
Mi piace questo modo di semplificare un'azione così automatica..
Ogni realtà è discutibile nel suo aspetto e può essere manipolata per farla sembrare come fa comodo e chi vuole esercitare volontà di potenza usa questa tecnica per plasmarla a piacere e servirla su un piatto dorato.
Chi rimane incantato seguirà un percorso logico sommario dove la razionalità partirà da un presupposto propinato su quel piatto affascinante perché è come gli piacerebbe vedere e non si preoccupa di analizzare se i presupposti sono giusti o errati.
Ed è qui che l'incantato verrà plasmato da quella realtà precedentemente plasmata e modellata ad arte.
E' facile falsare la logica quando realtà e pensiero sono manipolati ad arte. Fortunatamente non tutti sono superficiali!
Quel pensiero non si adatta affatto agli uomini, bensì ai mezzi uomini fabbricatori di mezze verità . Come per esempio quel mezzo uomo di Hegel.
Gli uomini sono un'altra cosa e Dostoevskij non poteva non saperlo.