non intendevo parlare solo di religione, ma credere in generale, ad esempio alla massa che crede in quello che sente vagheggiare da molti, credendoli un gradino piu su di loro e senza pensare e ragionare bevono tutto come se fose una panacea e invece non hanno capito il nocciolo di quello che sentono
Update 3:belle risposte, grazie a tutti
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Il vero credere non annienta mai la vera ragione. Chi pensa di credere rinunciando a ragionare, sbaglia.
E' un male, sia che si parli di fede, sia che si parli di quella credulità che è fiducia eccessiva e malriposta negli altri.
"Il sonno della ragione genera mostri".
E sebbene creduloni e fanatici possano essere più beatamente sereni e addormentarsi placidi, non li invidio (anche se c'è stato un tempo in cui sì, avrei voluto avere quel luogo in cui rifugiarmi tranquilla).
Preferisco la luce, sempre.
Credere = (più o meno, non riesco a scrivere il simbolo del 'più o meno all'incirca') Fede.
Mia opinione personale:
Il Credere è cieco.
La Fede è cieca.
L'amore è cieco.
Ha dell'incredibile il quante cose si sono fatte nella storia a colpi di cecità, a colpi di atti di fede.
C'è chi afferma che perfino la matematica non è affatto certa, ma è solamente un atto di fede (devo indagare su questo punto).
Ed arriva il terzo incomodo disturbatore: è un bene od un male il Credere, la Fede, L'amore cieco?
E perché mai la mia opinione dovrebbe essere determinante?
Più probabilmente, a seconda delle nostre capacità, siamo in grado di trasformare sia in bene che in male, sia la Fede, sia lo Scetticismo.
Dipende da noi se è un bene od un male il Credere.
Comunque si, Credere annienta la Ragione, e spesso la ragione è formata da convinzioni fasulle, inconscie, di comodo.
La Fede è cieca, ma ha un paio di marce in più di chi non crede.
Chi non crede Vede, e come vede la Realtà ne rimane anche pietrificato dallo spettacolo.
Probabilmente la scelta migliore dipende solamente dal contesto storico e temporale del momento.
P.S. Non sono Credente.
Cosa a cui non importa a nessuno.
Modifico:
@Davide Ari.
Ammesso e non concesso che realmente il senso della domanda sia quello da te scritto.
Intanto non si discosta poi di molto dalla nostra interpretazione, l'unica cosa che ci hai aggiunto è: che ufficialmente qualcuno ha dichiarato la ragione come un nemico, un nemico da distruggere.
Dal mio punto di vista non c'è nessuna interpretazione diversa alla domanda: 'Credere annienta la ragione, è un bene o un male?'.
Perché le parole Credere e Ragione, non sono soggette ad interpretazioni linguistiche soggettive e discutibili.
Poi, se si vuole andare a parare su discorsi di Complottismo dei grandi per renderci tutti stupidini e robottini, mi ritiro immediatamente e ritiro anche il mio intervento.
Credevo di essere all'interno di un quesito e di una discussione seria, pure un minimo inerente ed un minimo proporzionata alla sezione in cui è stata posta.
Credo solo dietro conferma della ragione, cogito ergo sum....
Se la ragione subisce un annichilimento per le più svariate motivazioni, è sempre un male. Se una di queste motivazioni è il credere, quindi a qualunque costo, è perché non abbiamo abbastanza coraggio per guardare in faccia la realtà, e questo può anche essere più comodo.
A PARTE OGNI ARGOMENTO CREDO CHE LA RAGIONE DEBBA SEMPRE PREVALERE IN PRIMA ISTANZA..................!!!!!!!!!!!!!
Ciò che è fatto per amore è sempre al di là del bene e del male.
Penso che "credere" sia comunque il risultato di un convincimento, indirettamente collegato alla ragione. Chi crede, o ha fede, semplicemente converte il suo modo di ragionare, per adattarlo a quel suo particolare modo di vedere, ma non si può dire che non ragioni.
Tuttalpiù ci potrebbero essere delle osservazioni da parte di chi non è credente, che giudica "poco razionale" la scelta di credere, quando poi se guardiamo bene, entrambi (credente e non credente) si trovano ognuno in una posizione contrapposta ed equidistante dallo stesso mistero, del quale solo uno è convinto di aver trovato la formula esplicativa, mentre l'altro, meno disposto a fidarsi, resta un passo indietro.
Esistono comunque dei pericoli nel credere col paraocchi, quindi senza armonizzare le proprie "convinzioni" con le "ragioni umane", basate su dignità e rispetto. Da parte mia sostengo che tra credenti e non, possano esistere moltissimi punti di incontro e di valori condivisibili, questo è il pensiero dell'attuale papa che io da non credente condivido appieno.
Dipende solo dal risultato.
Ma ti faccio un esempio di ieri:
un amico preferisce credere alle buone intenzioni di chi magari è ironico.
E nemmeno gliene frega di sapere la verità. Il risultato è che vive meglio, magari anche nell'illusione, ma non gli porta alcuno svantaggio.
La ragione inoltre non può dovunque, e credere diventa importante,
Inoltre il credere è alla base del discernimento fra informazioni contrastanti.
Inutile argomentare, le argomentazioni saranno convincenti solo se provengono dalla parte che abbiamo già scelto "a pelle".
La ragione è qualcosa di quasi sconosciuto sulla faccia della Terra. Le nostre scelte sono fondamentalmente basate sull'irrazionale. E il mondo va avanti così, quindi che c'è di male?
Cercare di capire ha un senso, ma poi a un certo punto dobbiamo fermarci e ci si finisce per affidare.
Tanto, moriamo lo stesso.
buona serata a voi