Ho 26 anni, prossimo alla laurea in giurisprudenza.

Quando avevo 18-19 anni ricordo che ero un idealista, mi sarebbe piaciuto cambiare fortemente questo Paese,avevo delle fortissime regole morali,mi dedicavo tanto alla politica,all'informazione, ai dibattiti, alla cultura e allo studio in generale.Il mio sogno è sempre stato quello di diventare un magistrato(inutile dire che da sempre i miei modelli sono stati Falcone e Borsellino).

A metà percorso universitario,forse anche per via delle nuove persone che ho conosciuto e delle ingiustizie subite,ho iniziato ad allentare la corda della moralità e dello studio.Sono arrivato a capire cosa voglio:una vita tranquilla.Week end al lago con la fidanzata, uscite serali con gli amici,fare l'italiano medio cioè quel modello che ho sempre combattuto(psicologicamente).Non sto dicendo che sono cambiato radicalmente(es.non penso solo ai soldi e non mi farei mai corrompere,assolutamente!),però ormai la mia aspirazione è vivere tranquillamente.Se con la mentalità di prima mi sarei spremuto fino all'osso per diventare magistrato e combattere da solo la criminalità, oggi penso "chi me la fa fare?Mi accontento di un posto di lavoro inferiore e sto più tranquillo".

Quello che non capisco è se questo è frutto delle esperienze(magari ingiuste)vissute in questi anni o se proprio a una certa età ci si "disincanti"dell'integrità morale e della giustizia e quindi si punta a fare famiglia e vivere la prpria vita privata.

GRAZIE!

Scusate la lunghezza!.