Si brama la pienezza della vita e dei sentimenti.
Si aspira ad avere il cuore ricco di gioia e d'amore.
Si cerca l'idillio ovunque.
Bellissmo, vero? Eppure.................?
E' facile, anzi, facilissimo abbattersi, piangere, gridare all'ingiustizia del destino. Lo facciamo benissimo tutti quanti. Sappiamo essere le vittime sacrificali della vita in un modo sorprendentemente intenso e disarmante.
Allora, per quale ragione, quando, poi, la vita, ci porta ad imbatterci verso la vera felicità (una persona che può amarci per come siamo e per come desideriamo, ad esempio. Ottenere qualcosa bramato da tempo, per dirne un'altra), noi tutti preferiamo continuare a brancolare nel limbo della negatività, comprendendo che stiamo letteralmente scacciando il nostro probabile "mondo felice"?
A che pro gli esseri umani decidono di complicarsi la vita anche quando hanno di fronte un "portone per la salvezza dell'animo" spalancato?
Opinioni?
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Answers & Comments
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quando studiai Leopardi anni fa a scuola pensai che quell'uomo lì, aveva capito tutto della vita.
il fatto è che di norma l'essere umano è tendenzialmente "infelice".
o meglio, alterna un momento in cui raggiunge la contentezza, pur se sempre flebile, ad altri e più numerosi in cui si prefigge di essere felice in altri modi e si strugge nella scontentezza finchè non raggiunge l'obbiettivo prefissato.
per farti un esempio: una persona che ha un desiderio, anche banale, non si da pace o non si reputa del tutto soddisfatto finchè non lo realizza.
ma quando lo realizza, nonostante la contentezza, si preoccupa già di quello ch sarà il suo prssimo obbiettivo, porprpio perchè la vita umana è un susseguirsi di mete e di obbiettivi.
quindi, non ci si accontenta mai.
quindi non si è mai del tutto felici e spensierati.
quindi ci si fanno un mare di pippè mentali.
quindi abbiamo sempre bisogno di nuovi stimoli.
prendi n'altro esempio banalotto: una donna in un negozio.
si compra i jeans, le stanno bene e costano poco.
urrà!
arriva alla cassa ed è soddisfatta, esce dal negozio e pensa "quella magliettina però era proprio carina...".
il senso di insoddisfazione sta là in agguato.
e questo è un esempio del tutto idiota per farti capire come, secondo il mio punto di vista, SIAMO FATTI NOI, tutti quanti, fatta eccezione per qualche ottimista cronico.
io ormai ci ho fatto il callo; cerco di non dovermi per forza sentire infelice se non ho quello che voglio, se non ho vicine le persone che voglio e se non ho la vita che ho sempre sognato.
mi faccio pochi problemi, sono una persona molto pratica e mi adeguo a tutte le situazioni in cui mi trovo, lavorative e personali.
non dico di essere una persona estremamente felice e soddisfatta di sè e della sua vita, ma sono una di quei pochi che forse distinguono la realtà dall'immaginazione e tengon gli occhi bene a perti e i piedi cementati per terra.
non mi accontento, no...
ma mi ritengo soddisfatta diq uel poco che ho e che magari altri non hanno.
non faccio paragoni su chi sta meglio di me, che ha più soldi, che è più bella, che ha una casa più grande e che ha una famiglia più "normale".
guardo nel mio piccolo ciò che sono e che ho di bello: sono ancora giovane, ho la salute, sono una persona che se si vuole togliere uno sfizio e spendere un pò di soldi lo può fare, nonostante tutto ho una famiglia (compresi tutti ma proprio tutti i difetti), un lavoro, una casa, una macchina, un fidanzato quasi marito e in un futuro prossimo dei figli che mi scalderanno il cuore e che mi faranno aver pena di gente che non si accontenta mai di una cippa lippa.
insomma...detto questo, in tutto 'sto papiro la morale c'è (anche se non sembrerebbe XD ):
nella vita bisogna guardare prima ciò che si ha, non piangere per quello che si vorrebbe.
materialmente e immaterialmente parlando.
una volta raggiunto con consapevolezza questo step, secondo me tutto diventa più bello e semplice.
perdonami se ti ho asciugato con i miei discorsi a vanvera :)
Si chiama " Nevrosi " Stefano e a quanto pare non è un disturbo degli ultimi decenni.
La forza sta proprio nel riuscire a scrollarselo di dosso appena se ne ha l' opportunità.
La felicità è solo la somma di piccoli attimi ed è di quelli che bisogna vivere.
Che dirti fraté.... Io non mi arrendo! Abbraccio, Livio.
Non sempre è così,
a volte "l'incontro giusto" non avviene nel "momento giusto!"
questo fa si che,
le decisioni da prendere ruotano più intorno agli "altri" che intorno e se stessi.
Quindi quel "portone" lo lasciamo spalancato e godiamo ammirati della bellezza che vi è oltre.
Buon pomeriggio :-) Cherry
Secondo me, x paura... il veder realizzarsi un sogno può terrorizzare e si tende a preferire la situazione che si conosce, anche se negativa...
Mi sembra quasi come se si parlasse di me...
A volte mi sembra di fare di tutto per togliermi quel pezzo di felicità ottenuto...
Ma secondo te riesco a capirne il motivo?
Sarà inclinazione caratteriale o che altro, fatto sta che per quanto brami un po' di felicità, quando la sfioro tutto crolla inesorabilmente...
A volte mi sembra di sbagliare tutto dall'inizio, mi imbarco in situazioni che inconsciamente so che non mi porteranno mai a nulla... Ed è il nulla ciò che raggiungo...
Non so, forse ho divagato...
Ma credo di non avere una risposta alla tua domanda...
Un abbraccio...
Perchè sappiamo tutti che dietro l'angolo ci aspetta sempre qualcosa di negativo! Vogliamo sempre qualcosa di più di quello che abbiamo perchè non arriveremo mai ad essere felici al 300% perchè c'è sempre qualcosa che ci rende un pò tristi......è la vita e la dobbiamo accettare e poi ci dobbiamo accontentare un pò!
il male da che tempo è tempo ha sempre affascinato l'uomo...perché è il suo lato in ombra, la sua parte più inconscia e temuta....che si ricerca sempre fuori da noi, nelle situazioni quotidiane......è un meccanismo di proiezione psicologica molto affascinante
eh si, per autodistruggersi ci vanno 5 minuti di paura...
A volte chi lo pensa sa che in fondo si merita di non avere quella felicità... che non è un' ingiustizia del destino... che è proprio colpa sua se ci si è potuti rovinare così...
Un' auto punizione insomma per gli errori commessi e un monito a non commetterne altri ancor più gravi che possano coinvolgere altri...