O te ne freghi e usi le cose per trarne piacere senza sentirti obbligato a imparare bene?
Update:O di fronte a ciò che sai già che non potrai mai padroneggiare ti impunti e opponi un rifiuto netto sin da subito?
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Quando qualcuno parla dei propri talenti, sembra voglia farsene un merito, mentre invece sono solo predisposizioni, naturali, che ovviamente si possono coltivare e per ragioni ovvie, solo su qualche campo specifico si puo' approfondire e raggiungere l'eccellenza. Sto parlando di me. Mi vengono bene un bel po' di cose, con le quali un po' mi impegno e un po' gioco e in qualcuna delle tante attivita' raggiungo l'eccellenza.
Mi avvicino per imparare e per farla sempre meglio. Questo comporta più tempo,ma alla fine più gratificazione.Se non riesco,non ho vergogna a chiedere, solo così a mio parere s' impara.
Sono molto attenta e scrupolosa in tutto ciò che faccio. Mi piace mettere dedizione e a volte se necessario anche abnegazione nelle cose che amo fare.
Ho imparato che far tutto alla perfezione è impossibile ma fare le cose con impegno e costanza è gratificante.
Preferisco quindi imparare a far bene una cosa ed eccellere in questa, piuttosto che impararne (male?) due o più e in fin dei conti come se non le avessi mai fatte.
Ne voglio trarre piacere se no no riesco a continuare ad imparare
LE COSE SI FANNO BENE O NON SI FANNO...........!!!!!!!!!!!!!!!
No, perché ho una mente lenta e altro a cui pensare.
Il mondo pullula di gente affetta dal disturbo borderline tendente al narcisismo, questo comporta per loro, non avere passioni vere, quindi iniziare un'attività, poi lasciarla lì, senza un seguito, perché non provan amore vero per quello che fanno; In ogni attività, i narcisisti mettono solo una fugace infatuazione, la quale porta un forte piacere istantaneo, perché qualsiasi cosa comincia il narcisista, lui deve essere il migliore, anche del suo insegnante.
La mia mentalità è diversa. Preferisco specializzarmi in poche cose, concentrarmi su un ambito alla volta e ottenere il risultato migliore, andando contro alle barriere di preconcetti infondati che si crea la mia mente, per cui io sarei incapace. Ci metterò più tempo ad arrivare? L'importante è porsi gli obbiettivi per raggiungere il risultato e non ascoltare gli altri se e quando pongono in te limiti che non potresti superare.
Sono consapevole dei miei pregi e dei miei difetti, anche se qualcuno dicesse che sono diventato leader in qualcosa, resto consapevole di dovere lavorare con dedizione e con impegno nella mia attività, al di là del soddisfare la passione, per poter competere con chi presto potrebbe prendere la mia fetta di mercato.
Se si tratta di un hobby, l'ultima cosa che mi interessa è la competizione. Preferisco mettere in comune in modo cordiale le competenze, senza prevalere sugli altri, come fanno i narcisisti. Sentirsi superiore agli altri, nelle proprie attività comporta nei casi peggiori generare l'effetto Dunning-Kruger, nei casi meno gravi a fare pessime figure con chi magari ha veramente una grande passione, anni ed anni di studio e sacrifici alle spalle, anche se non riconosciuti. Parecchie persone, nel proprio lavoro o nell'arte vengono riconosciute postume.
Mi dedico PRINCIPALMENTE alle cose che mi piacciono, anzi, mi ci tuffo con sentimento e passione. Cerco di imparare più che posso, visto che non mi pesa farlo.
Ma dedico del tempo anche ad altra, se è importante farlo.
Spudoratamente: sono nato co' lo 'Shining', faccio bene un sacco di cose, quasi tutte quelle a cui mi dedico e che mi attirano in modo naturale.
Poi ci sono le cose che non m'attirano, che non sono 'già mie', e lì c'è un disinteresse reciproco: quelle cose non sono seducenti e io non faccio nulla per ammaestrarle o per rendermele piacevoli (non oso dire necessarie, ci mancherebbe!)
Poi ci sono le cose che semplicemente vanno fatte e lì, indipendentemente dal sentimento, le faccio e basta, sempre secondo un mio personalissimo criterio di giustezza che tende a non sopravvalutare nè a svilire: le faccio al meglio delle mie possibilità e non mi frustro se incontro dei limiti oggettivi.
Vabbè, ma fatti tutti sti discorsi (piuttosto ovvi, comuni a molti, suppongo), non ho mai capito cosa volesse dire 'imparare a fare bene', non ne ho mai capito davvero il senso. Imparare a fare bene secondo quale modello? La perfettibilità o il genio? O magari il piacere di trarne semplicemente piacere (Eh! Mavalà! :')?
Guarda, per un periodo sono stato 'insegnante' (ho anche formato il personale per la società per cui lavoravo) e il mio metodo è sempre stato molto elementare e votato a 'stimolare le risorse innate' di chi doveva apprendere.
Ti faccio l'esempio facile e pratico: ammettiamo che tu debba imparare a disegnare. Io voglio capire quali sono i tuoi limiti per esaltarli, per farne la tua 'cifra' (detto che la tecnica non è mai il fine e che la creatività è tutto)
Esasperando: sai disegnare solo dei triangoli bidimensionali? Bene, faremo in modo che tu sappia disegnarli benissimo! Non ha senso metterti di fronte al fatto che non sei predisposto per replicare Il Giudizio universale di Michelangelo, l'espressività di Munch o le linee fumettose/grafiche di Otomo. Quindi, impara a fare bene quello che è nelle tue corde e nelle tue possibilità.
Habere non haberi