Come mai lo stile recitativo della vecchia cinematografia sonora ci sembra così lontano dai giorni nostri?

Soprattutto in quei melò romantici in costume degli anni ’30-‘40, tipo "Via col vento", ma anche in tutti gli altri generi e negli anni successivi fino massimo alla metà degli anni '60, le performance degli attori appaiono sempre molto caricate, espressive, quasi "false", come se ci apparisse molto più evidente il fatto che i personaggi che vediamo sullo schermo siano attori che stanno recitando una parte. I gesti, il modo di porsi, la caratterizzazione dei personaggi sembrano molto meno aderenti alla realtà, meno verosimili di quanto invece non siano in grado di fare i film moderni. Eppure quello che oggi ci può sembrare uno stile recitativo da filodrammatica, in quegli anni rese merito a quegli attori e al loro lavoro, premiandoli con numerosi riconoscimenti.

Io ho azzardato un'ipotesi in merito: secondo me lo stile di quegli anni risentiva ancora in maniera notevole di quell'espressività attoriale tipica della cinematografia muta. Non che mi intenda di "scuole" recitative e cose varie, ma è molto probabile che per superare quell'impostazione canonica che tanto connotava le primissime pellicole cinematografiche, e per emanciparsi dalla sua influenza, sarebbero dovute passare diverse generazioni di attori.

Pensate che sia plausibile? Avete altre possibili spiegazioni?

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